“Nel corso della discussione sulla norma relativa alle province, emerge chiaramente un’incongruenza tra i commi 7 e 8 dell’articolo 2 e dell’art. 3, che richiede una profonda riflessione.
Al comma 7 si osserva una contraddizione evidente: da un lato si prevedono le stesse norme per ineleggibilità e incompatibilità al Parlamento siciliano, che impediscono ai sindaci dei comuni con oltre 20.000 abitanti di candidarsi, tranne che si dimettano. Dall’altro, nella seconda parte del comma 7, si prevede che i sindaci e i membri della giunta comunale non possano candidarsi alle cariche provinciali.
Come se non bastasse nel successivo comma 8 si fa riferimento a presunta incandidabilità per i sindaci dei comuni superiori a dieci mila abitanti.
Questa contraddizione solleva interrogativi importanti: i sindaci dei comuni sopra i 20.000 abitanti possono candidarsi o no?
Ho richiesto che il testo torni nella competente commissione, poiché è evidente che non è stato approfondito a sufficienza. Il testo attuale presenta una serie di contraddizioni che devono essere risolte prima di procedere con l’approvazione.
È chiaro che il testo è stato elaborato in fretta e furia per essere portato in aula, senza concedere il tempo necessario per una valutazione accurata e la presentazione di emendamenti integrativi da parte dei deputati.
Mi aspetto che il presidente della commissione affari istituzionali, Abbate, abbia il buon senso di riconoscere le contraddizioni presenti nel testo e accetti la proposta di rimandarlo per una revisione adeguata e un’analisi approfondita.”
Lo dichiara il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca.