Lo scorso gennaio, il deputato Giuseppe Lombardo aveva sollecitato maggiore chiarezza sulla gestione del Museo Regionale di Messina, chiedendo spiegazioni sul perché, nonostante l’incremento generale del turismo in città, i confronti con gli anni precedenti, a partire dal 2017, rivelassero un modesto aumento di soli 312 visitatori nel 2023, rispetto al 2017, per un totale di poco più di 30.000 visitatori annui.
Questo solleva dubbi sulla capacità del MuMe di attirare visitatori rispetto ad altre strutture culturali della regione e soprattutto di altri musei nazionali.
“A gennaio,” evidenziava Lombardo, “constatavo con stupore che il Museo Regionale di Messina, che custodisce opere di inestimabile pregio e valore artistico, dal Caravaggio ad Antonello da Messina, non riuscisse a decollare come avrebbe dovuto.
Manca chiaramente una strategia di promozione e valorizzazione adeguata, e questo è inaccettabile considerando il patrimonio culturale di Messina.”
Oggi, a distanza di quasi un anno, l’argomento è approdato in Aula, ma la risposta dell’assessore ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, non convince.
“Non posso ritenermi soddisfatto dalla risposta dell’assessore,” afferma Lombardo, “per un semplice motivo: l’interrogazione che riguarda il Museo Regionale di Messina è solo la punta dell’iceberg di come vengono gestiti i beni culturali in Sicilia.
Voglio ricordare a me stesso che la Sicilia detiene oltre il 25% dei beni culturali, monumentali, paesaggistici e architettonici dell’intera Italia, e l’Italia ne possiede il 70% dei beni presenti nel mondo. E noi ci stiamo concentrando su una risposta che si limita a discernere di 200 visitatori in più o 100 in meno.
La domanda che io ho posto all’assessore, come rappresentante del governo per i beni culturali, era volta ad aprire una discussione più ampia sulla gestione dei nostri beni culturali. In Sicilia registriamo poco più di 5 milioni di visitatori nei siti culturali e monumentali, secondo i dati del 2023, mentre la solo Galleria degli Uffizi di Firenze da sola raggiunge questi numeri. Noi, con un’intera regione che rappresenta quasi il 30% del patrimonio culturale nazionale, facciamo lo stesso numero di visitatori di un solo sito culturale. E lei, assessore, mi risponde parlando di 100 visitatori in più?
Il problema non sono i numeri in questi termini, ma le strategie che questo governo vuole attuare. E per questo motivo non posso certamente ritenermi soddisfatto di una risposta che si concentra sul vantare un aumento di 300 presenze in più rispetto a quelli che dovrebbero essere i reali obiettivi da perseguire.
Questo è un dramma. È il dramma della regione siciliana, che non sa utilizzare, non sa promuovere, non sa valorizzare quelli che sono i propri beni culturali.
Il quesito riguardava la gestione del Museo Regionale di Messina, che rappresenta la punta dell’iceberg di come vengono amministrati i beni culturali in Sicilia. Il direttore del museo si vanta di aver ottenuto risultati rispetto al 2022, ma di quale portata? Vogliamo ricordare che all’interno del museo ci sono due Caravaggio, un Antonello da Messina e la scultura del Nettuno del Montorsoli, eppure registriamo solo poco più 30.000 presenze annue. Sarebbe preferibile che rimanesse in silenzio.
Va fatto sicuramente di più, perché abbiamo le potenzialità per fare di più, ma non possiamo certo vantarci dell’aumento di 300 visitatori, rispetto ai 5 milioni che fa la Galleria degli Uffizi o ai 60 milioni di presenze turistiche annue che vanta il Trentino Alto Adige rispetto ai 16 milioni di presenze che fa la Sicilia. Di cosa ci vantiamo? Del nulla, assessore.
Federico II, 800 anni fa, diceva che non invidiava il paradiso perché lui già viveva in un paradiso riferendosi ovviamente alla Sicilia. Ma noi quel paradiso, ha concluso il deputato Lombardo rivolgendosi al Governo, lo abbiamo calpestato per colpa della vostra politica scellerata.”