Seconda e ultima giornata dell’Assemblea costituente di Sud chiama Nord. Dopo la proficua giornata di ieri, nel corso della quale si sono susseguiti autorevoli interventi di più esponenti dei movimenti presenti, si prosegue oggi con il confronto sul tema “Nord contro Sud, così si spezza l’Italia”. Nella prime della due giorni romana per l’assemblea costituente di Sud chiama Nord per l’Equità territoriale sono state 35 le realtà che hanno risposto all’appello del leader Cateno De Luca. E nel corso del pomeriggio di lavori si sono avvicendati i diversi interventi dei rappresentati dei movimenti, delle associazioni e della politica per portare il proprio contributo alla scrittura della piattaforma programmatica. “L’obiettivo è quello di evolvere questo strumento con una strategia confederativa” ha spiegato il leader di Sud chiama Nord.
“Il primo problema di questo Paese è che non è mai esistito”. Va dritto al punto il giornalista Pino Aprile fondatore del movimento 24 Agosto-Equità territoriale. “La letteratura italiana prima dell’unità era unitarista. Dopo l’unità, l’Italia non è più stata unita. Questo è un paese profondamente razzista. Tant’è che viene giustificata l’esistenza duale. Ed Equità territoriale non significa localismo. Non sono falliti i partiti. È fallito il Paese. Riuscire amalgamare nonostante tutto. Io sono qui anche per ingoiare dei rospi perché ho un progetto. Noi abbiamo un obiettivo che si chiama visione e non può nascere senza organizzazione. Sono meridionale e sono stato privato di diritti. Il mettersi insieme oggi è un tentativo per salvare i nostri diritti negati e la nostra dignità, un tentativo di assicurare il futuro della nostra gente in questo Paese”.
Dall’ex ministro Adriana Poli Bortone una disamina della storia dell’autonomia differenziata. “Le contraddizioni non sono solo nel disegno di legge di Calderoli – ha sottolineato l’ex sindaco di Lecce-. Noi l’autonomia differenziata ce la siamo ritrovata nella modifica del titolo V della Costituzione sotto il governo Amato. I percorsi sono stati segnati da altre situazioni, solo ora ce ne ricordiamo. Calderoli mette il timbro perché gli conviene. Nel 2018 le pre-intese gliele ha firmate Gentiloni. Negli anni ’70 abbiamo fatto la lotta contro il regionalismo. Oggi voglio ringraziare De Luca per il fatto di essere riuscito a metterci insieme. Io non ci sono riuscita. Sono una meridionalista convinta e quando ho capito che potevamo avere in Parlamento due rappresentati del Mezzogiorno, ho compreso che finalmente c’è qualcuno che riesce a metterci insieme per parlare di politica. Questo dell’autonomia è un tema cogente ed noi possiamo rappresentare un grande soggetto interlocutore. Il governo deve sentire il popolo che non ha votato e che vuole contare. Il governo si troverà ad ascoltare quei movimenti che vogliono mettersi insieme superando la loro visione politica perché hanno una visione comune”.
“Se Sud chiama Nord, spesso e volentieri il Nord non risponde. Invece se Sud chiama Sud ha l’obbligo di rispondere ed esserci – ha spiegato l’europarlamentare Piernicola Pedicini-. Siamo qui perché il nostro obiettivo è l’equità territoriale. Se è riconosciuto da tutti i soggetti presenti qui come priorità non possiamo non essere della partita. Quello che ci unisce deve essere nettamente superiore a ciò che ci divide”.
“Ho portato all’assemblea costituente di Sud chiama Nord voluta da Cateno De Luca il saluto e l’esperienza che abbiamo appena avuto in Lombardia con la lista civica Letizia Moratti che con coraggio, nonostante il tempo stretto e le difficoltà riscontrate nell’organizzazione ha disputato le elezioni regionali dimostrando che c’è una grande potenzialità di un elettorato che non si riconosce più in una sinistra e in una destra che ormai caratterizzano lo scenario politico”. A dirlo è Ivan Rota, consigliere della regione Lombardia. “Con le liste civiche e con queste esperienze si può costruire un’offerta credibile e riportare i cittadini alle urne”.